Conclusione del viaggio della DocuMostra “IntegrAzione… I 30 anni del Grande Esodo”
La Documostra inizia il suo viaggio il 26 Giugno, Inaugurazione e prima esposizione a Lecce in presenza della Console Generale d’Albania a Bari; seguendo il 5 – 18 Agosto 2021 con la seconda esposizione a Durazzo, dove è tenuta la commemorazione gemella a quella di Bari per il 30ennio del Grande Esodo, alla presenza dell’Ambasciatore italiano, Sindaco di Durazzo, Ministri albanesi ed una delegazione italiana con rappresentanti del Comune di Bari ed il figlio del Sindaco Dalfino.
La DocuMostra ha fatto tappa a Otranto (1-4 Settembre 2021) in occasione della visita del Premier albanese Edi Rama che è stato accolto proprio dalla Mostra nell’atrio del Castello di Otranto, manifestazione organizzata nell’ambito del Festival dei Giornalisti del Mediterraneo.
Subito dopo per tutto il mese di settembre e ottobre la DocuMostra è stata presente presso la Scuola Morvillo Falcone a Brindisi, dove ha fatto da cornice a due eventi uno proprio sull’Esodo il 22 settembre, con la presenza del Prefetto di Brindisi e del Sindaco di Brindisi e la Dirigente dell’Ufficio scolastico Provinciale il secondo evento il 28 ottobre per la presentazione del Libro “Albania Ritorno” di Ilaria Lia, con la presenza dell’Ambasciatore d’Albania a Roma ed il Sindaco di Brindisi del 1991 e quello attuale.
Il 24 novembre la DocuMostra viene istallata presso l’aula Magna dell’Universita Aldo Moro di Bari, dove fa da cornice all’Evento diffuso “I sentieri di Accoglienza”.
In seguito la DocuMostra ritorna in Albania a dicembre (dai 1 al 4) a Tirana, nel Palazzo dei Congressi, in occasione della Fiera Internazionale dove è stata ammirata da centinaia di visitatori non solo albanesi ma anche italiani e dell’area dei Balcani ed in seguito l’otto dicembre conclude il viaggio albanese a Valona nel Palazzo della Cultura della Città dove viene presentata dal Sindaco della stessa per rimanere sino al 31 dicembre 2020. Giorni di vacanza, durante i quali molti migranti di rientro in Patria hanno visitato la DocuMostra, non solo ricordando quel viaggio indimenticabile, ma anche ritrovandosi nelle foto e riconoscendo amici e parenti. Evento accaduto in concomitanza con la presentazione del Film “Il codice albanese” dal regista italo ebreo Gady Castel che racconta l’immenso aiuto che il popolo albanese ha dato a migliaia di cittadini ebrei, salvandoli dall’Olocausto nazista.
E’ stato molto interessante raccontare e presentare la DocuMostra alle giovani generazioni, alle classi dei licei soprattutto, sia a Brindisi che a Durazzo e Valona, che hanno scoperto con meraviglia e con molta curiosità uno dei capitoli più importanti della storia del secolo scorso, aiutando così a riflettere e approfondire tali cambiamenti epocali che richiedono una nuova strategia europea e nazionale di effettiva integrazione dei migranti capace di evitare le tragedie immani, ancora presenti nei nostri mari, che scuotono sempre le nostre coscienze cristiane. Chi erano gli albanesi 30 anni fa? Chi sono oggi? Come sono cambiati gli Italiani nel frattempo? Cosa reciprocamente si sono donati per crescere insieme in questi anni, abbattendo ogni barriera, anche geografica e facendo veramente in modo che il mar Adriatico li unisse più che mai!
Sono questi gli interrogativi su cui il nostro Progetto ha lanciato e lasciato come messaggio.
La Documostra è stata sempre accompagnata durante il suo viaggio dalla fondatrice e presidente di Integra, di origine albanese, dott.ssa Klodiana Cuka, che ha partecipato in tutti i momenti di conferenza e riflessione come relatrice.
Assieme alla Casa Editrice “Botimet Dritero” abbiamo realizzato inoltre il DocuCatalogo in italiano, inglese e albanese della DocuMostra che ha raccolto non solo numerose foto di Bari e Brindisi e dei sbarchi salentini, ma anche delle riflessioni di alcune personalità albanesi e italiane dello Sbarco della Vlora e della grande migrazione, con testi comparati italiano e albanese con delle poesie di Vittorio Bodini e Dritero Agolli per riprendere il tema del viaggio, della speranza verso la terra promessa, ma anche del dolore che prova la persona migrante nell’abbandonare le proprie radici.