F.O.R.U.M. (favorire opportunità di ricerca attraverso urp multiculturali sull’immigrazione) (Periodo di attività: Anno 2011)

F.O.R.U.M. (favorire opportunità di ricerca attraverso urp multiculturali sull'immigrazione) (Periodo di attività: Anno 2011)

Sullo sfondo consapevole delle difficoltà che quotidianamente le persone migranti incontrano nell’accesso ai servizi sanitari, con il rischio di gravi ripercussioni sul proprio stato di salute psico-fisico, il Progetto F.O.R.U.M. (Favorire Opportunità di Ricerca attraverso URP Multiculturali) ha delineato la sua ragione di intervento.

Finanziato dall’Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della povertà (INMP), il progetto ha visto come soggetto Capofila la ASL di Brindisi – Struttura di Informazione e Comunicazione Istituzionale, Ufficio Relazioni con il Pubblico e Marketing, come partner istituzionali le AA.SS.LL. di Lecce e Taranto, l’Osservatorio Provinciale sull’Immigrazione (OPI) di Lecce e l’Istituto Superiore di Pubblica amministrazione (I.S.P.A.) e come partner del terzo settore le Associazioni: Gea Salento, Simbiosi Moderne, Integra Onlus.

Le azioni nell’ambito di F.O.R.U.M. (per l’intero periodo dell’anno 2011) hanno perseguito i seguenti obiettivi:

  • monitoraggio dello stato dei servizi di mediazione transculturale rispetto agli indirizzi regionali e relativamente al quinquennio 2007-2011;
  • costituzione di una task force di mediatori transculturali specializzati in area socio-sanitaria e formati secondo i programmi dell’INMP, al fine di implementare nelle aziende sanitarie adeguati servizi di informazione, educazione, formazione, sensibilizzazione e promozione della salute delle persone migranti;
  • elaborazione di proposte in termini politico-organizzativi;
  • sperimentazione di modelli innovativi di sanità pubblica per la tutela delle persone immigrate e disagiate.

Una task force di mediatori-ricercatori delle tre AA.SS.LL. interessate è stata a disposizione nelle diverse strutture socio-sanitarie, punti di accesso della popolazione target oggetto dello studio.
La ricerca, coordinata dall’O.P.I., si è avvalsa di strumenti di rilevazione (questionari e schede di rilevazione) adeguati alle diverse fasi e ai diversi soggetti analizzati. Questa ha permesso di produrre un bagaglio di conoscenze e valutazioni sugli ultimi anni, di fornire un prezioso contributo alla valorizzazione della figura del mediatore transculturale e assicurare, al contempo, una migliore congruità ed efficienza organizzativa dei servizi socio-sanitari.

L’indagine, che ha realizzato una prima mappatura ed analisi dei progetti attivati nell’arco temporale considerato, dalle AA.SS.LL. di Brindisi, Lecce e Taranto e dagli Ambiti Sociali Territoriali delle tre province (Br, Le, Ta) in cui sono stati coinvolti i mediatori linguistico-culturali, è stata finalizzata alla ricostruzione dello “stato dell’arte” e all’individuazione di eventuali buone prassi.

In totale sono state 106 le strutture mappate e, nella maggior parte dei casi, i progetti di cui hanno usufruito sono stati il progetto PASSI e il progetto PASS. Il primo era indirizzato alla realizzazione di servizi di mediazione culturale di supporto all’attuazione delle politiche di inclusione sociale in Puglia. Il principale obiettivo era quello di garantire l’accesso alla rete di servizi di welfare da parte dei cittadini stranieri presenti sul territorio regionale e di combattere le forme di discriminazione ai danni dei cittadini immigrati. Il secondo si proponeva di favorire e potenziare l’inclusione della popolazione immigrata con i servizi socio-sanitari e gli operatori al fine della maggiore efficacia dell’intervento e di una rimozione degli ostacoli all’accesso.

L’elaborazione dei dati ha rilevato l’indubbia positività derivante dall’impiego dei mediatori. Difatti, nel 92,68% dei casi tale impiego ha prodotto miglioramenti rispetto all’accesso e alla fruizione dei servizi e nel 75,61% ha permesso di risolvere problemi che prima non trovavano soluzione. Altrettanti benefici sono stati apportati alla capacità di produrre modificazioni nell’organizzazione del servizio, nonché alla capacità di sperimentare soluzioni nuove e creative rispetto alle difficoltà.

I risultati di tale indagine non hanno alcuna pretesa di generalizzazione o esaustività, ma sono stati, e continuano ad esserlo, un contributo importante al sempre attuale dibattito sulla funzione dei mediatori interculturali, sul riconoscimento legale del loro profilo professionale e dei loro percorsi formativi, sullo sviluppo dei loro ambiti di impiego e sul miglioramento dei loro rapporti di lavoro.

Sul tema, Integra Onlus continua a riproporre la sua sensibilità attraverso la campagna di raccolta firme destinata a tale riconoscimento.