Il teatro libico resta uno scenario critico sui diritti umani

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campi in libia

A dieci anni dalla caduta del vecchio regime, la Libia resta un Paese diviso ed instabile, con la pesante ipoteca di diverse potenze straniere, senza un ruolo apprezzabile dell’Unione Europea.
Le prime vittime restano i cittadini inermi, a partire dai migranti ed dai rifugiati, in transito da anni, verso la “Terra Promessa ” europea, Italia e Grecia in testa.
Per questo Integra Onlus, ricordando anche il proprio impegno decennale in prima linea sul fronte dell’accoglienza che inizia proprio con il Campo di Manduria che accolse coloro che scappavano dalla Rivoluzione delle Primavere Arabe, condivide e sostiene la generale battaglia sui diritti umani nell’intera Regione, accanto alla Chiesa Cattolica, con l’Associazione Migrantes, che ha denunciato lo stesso rifinanziamento della guardia costiera libica: Una pagina triste, dopo le denunce di tutti gli organismi internazionali sulla loro azione, spesso repressiva e violenta, nei confronti di esseri umani inermi, che continuano a morire a centinaia nel “Mare Nostrum”.
Ancora una volta Integra condanna i soprusi commessi verso i migranti, accompagnati da una campagna d’odio e spesso di disinformazione, con la invasione evocata per suscitare paura e chiusura nella generale opinione pubblica. Per questo batta un colpo l’Unione Europea, richiamando lo stesso Governo Italiano al rispetto dei diritti umani, specie da parte del nostro Ministero dell’Interno, la cui guida resta incerta è contraddittoria, senza la lungimiranza strategica su tutto quello scenario nordafricano, che aveva il precedente Ministro on.M.Minniti.
La Libia democratica non del futuro, ma già del presente prossimo non sia così più luogo di detenzione e di lager di tortura per i migranti ed i rifugiati, con episodi inauditi ed accertati di stupri di massa, specie verso donne e minori, che sono incompatibili con la civiltà millenaria del nostro Paese e dell’Europa dei Popoli, purtroppo tollerati dagli arroganti ed ottusi governanti sovranisti e dai loro servili burocrati.