La giornata della memoria e dell’accoglienza: “Siamo tutti sulla stessa barca”. Il 2020 sia un anno di pace, solidarieta’e legalita’. di Klodiana Cuka

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Il Senato della Repubblica Italiana il 16 marzo 2016 ha approvato la legge, (proposta dal “Comitato 3 Ottobre”), istituendo la “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”, per rafforzare la cultura di una corretta informazione sui temi delle politiche migratorie: prima drammatiche emergenze ora fenomeni strutturali, sia in Italia che in Europa. Questa Giornata si celebra ogni anno, coinvolgendo non solo le Istituzioni, ai vari livelli, da quelle centrali ai poteri locali, con tanti comuni e scuole, dell’intero territorio italiano, con la Campagna che con la sesta edizione ha portato a Lampedusa oltre 60 scuole, in rappresentanza di 20 Paesi dell’Unione Europea. Quindi un evento della memoria, che Integra Onlus ha sempre celebrato, per ricordare le 368 vittime della strage di Lampedusa, (avvenuta il 3 ottobre 2013), nato con la speranza di non assistere più a tali tragedie immani, mentre purtroppo da allora ancora migliaia di morti sono stati ingoiati dal Mar Mediterraneo, fino ai nostri giorni. Una ricorrenza solenne, apertasi in un quadro politico-istituzionale rinnovato, con l’elezione della nuova Commissione Europea, per la prima volta presieduta da una donna, che è stata sostenuta da una maggioranza politica allargata, portando alla nascita dello stesso governo “Conte Bis”, escludendone la vecchia componente sovranista. Per questo le politiche migratorie sono state poste nuovamente al centro di un dibattito europeo, per porre finalmente, dopo l’accordo parziale di Malta, le basi per la revisione dello stesso Trattato di Dublino. In verità, va modificata la stessa normativa dei c.d. “Decreti Sicurezza”, che non hanno fin qui raggiunto nessuno obiettivo, in un clima crescente di tensioni e ritardi, senza risparmiare le stesse strutture prefettizie, a scapito, in primis, delle onlus più autonome e dinamiche, come la nostra.

Il Messaggio del Santo Padre: “Non si tratta solo di migranti”, in occasione della 105ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019, ha colto così l’essenza di questo passaggio cruciale sulle politiche migratorie, ribadendo non solo la dottrina di fede, ma anche la piena attualità di una riflessione sui: “conflitti violenti e vere e proprie guerre non cessano di lacerare l’umanità, con ingiustizie e discriminazioni che si susseguono; si stenta a superare gli squilibri economici e sociali, su scala locale e globale. E a fare le spese di tutto questo sono soprattutto i più poveri e svantaggiati”. I contrasti alla stessa “globalizzazione dell’indifferenza”, in particolare verso i migranti ed i rifugiati sono diventati l’emblema dell’esclusione, caricati di un giudizio negativo, come causa di tutti i mali sociali, in presenza di una campagna martellante che alimenta solo il rancore e l’odio tra poveri, contrapponendogli lo slogan “prima gli italiani”. Quindi, come afferma Francesco “non si tratta solo di migranti, ma anche delle nostre paure …con il timore verso gli altri, gli sconosciuti, gli emarginati, i forestieri”. Una riflessione culturale, umana e religiosa profonda, che si declina in generazioni, non aspettandoci soluzioni miracolistiche immediate, ma una lunga pratica di confronto e di dialogo, per sollecitare e scuotere le coscienze, vivendo la parabola del Buon Samaritano, rendendo ancor più attuali gli impegni per la pace e la civile convivenza, ascoltando la voce delle periferie e degli ultimi della Terra. Questi sono tutti i “segni dei tempi” difficili e complessi che ci sono dati da vivere, ritrovando l’alfabeto umano delle origini, coniugandolo con i quattro verbi essenziali: accogliere, proteggere, promuovere e integrare, non solo i migranti ed i richiedenti asilo, ma l’intera umanità, che va richiamata alle sue massime responsabilità per governare con lungimiranza, trasparenza e sostenibilità lo sviluppo globale. Su questi valori bisogna riflettere insieme, affinché ogni anniversario non sia ricordato con sufficienza ed ipocrisia, con “la retorica degli affetti”, che lascia subito il posto al cinismo ed all’egoismo di parte, senza il dialogo ed il confronto libero, anche nell’Europa dei diritti, culla di tutte le civiltà, che deve ritrovare i valori fondanti della libertà e della civile convivenza.

Mai più morti nel “Mare Nostrum”.. Tutti ..”siamo sulla stessa barca”: ora più mai, specie con i forti “venti di guerra”, che soffiano nella vicina Libia ed anche condividendo le sofferenze dell’amata Albania, dopo il recente terremoto di Durazzo, abbiamo tutti bisogno di un 2020 di Pace e di Solidarietà tra popoli, culture e fedi diversi.

In particolare il nuovo anno lo vogliamo idealmente festeggiare, a Palermo, accanto a Fratel Biagio

Conte, il missionario laico, che ha percorso duemila chilometri come pellegrino dell’Europa Unita:

il fondatore della Missione ”Speranza e Carità”, che nel capoluogo siciliano offre accoglienza ad oltre mille senza fissa dimora, migranti, donne sole con bambini.

Un Nome, un Volto Umano da condividere insieme nella magia del Santo Natale.

Klodiana Cuka

Presidente Integra Onlus