La posizione di Integra sulla vicenda dello SPRAR di Parabita

Le dichiarazioni rilasciate alla stampa nella giornata di ieri, da parte dei Consiglieri di minoranza del  Comune di Parabita (Cacciatore, Prete e Merico), al di là della distinzione ed autonomia dei diversi ruoli, non possono,  nel merito, che essere sottoscritte dall’Associazione Integra. Quest’ultima, non è  animata certamente da spirito di pura contrapposizione con l’Amministrazione guidata dall’Avv. Cacciapaglia, con cui si era comunque avviata positivamente una collaborazione fino a quando i ruoli e le competenze di ognuno sono stati rispettati.

La situazione è mutata a causa delle successive prevaricazioni e azioni unilaterali da parte dell’esecutivo comunale. Per questo, di fronte alle inadempienze e ai ritardi del Comune di Parabita, come già ribadito ampiamente in tutte le sedi opportune, Integra Onlus ha chiesto la chiusura del progetto il 31 dicembre 2016.

Sconcerta, in particolare, la volontà del Comune, sostituendosi al soggetto gestore preposto, cioè Integra, di gestire a sua discrezione le risorse finanziarie erogate dal Ministero per il progetto S.P.R.A.R.

Il Comune però non si è preoccupato di continuare ad assicurare ai migranti ospiti del progetto  i relativi servizi, come affermato correttamente dai Consiglieri Comunali di minoranza, essendo ancora i beneficiari negli Immobili “che Integra avrebbe dovuto riconsegnare per scadenza del contratto di locazione”, con danni rilevanti non solo economici, ma anche di immagine  all’Associazione, che ora più che mai con il nuovo sistema di accreditamento non può risultare soggetto inadempiente, di fronte al grave rischio di migranti “abbandonati dal Comune”.

La possibile destinazione diversa di questi immobili non riguarda certamente la responsabilità di un soggetto esterno alla  Pubblica Amministrazione, (che va chiarita nelle sedi proprie), richiamando qui il compito assegnato dallo Stato a noi Associazioni, di rispondere ad un servizio di accoglienza con correttezza, efficienza e tanta Umanità.

Quanto alle accuse di perseguire il solo “business”, si ricorda che proprio i ritardati e mancati pagamenti, consistenti, da parte del Comune di Parabita stanno mettendo in seria crisi una Onlus, che è stata costretta ad allargare il proprio fido bancario (pagando i relativi interessi), per far fronte ai rilevanti costi del servizio di accoglienza, ritardando il pagamento delle stesse retribuzioni dei propri collaboratori e volontari.

Questa la realtà dei fatti, che ora si inizia a meglio conoscere, in tutte le sedi, in attesa dei riscontri ed iniziative delle Autorità competenti.

Roma, 27 gennaio 2017

                                                                                         Ufficio Stampa Integra Onlus