L’Emergenza Nord Africa e la logica della Cooperazione: l’esperienza di Integra Onlus

L'Emergenza Nord Africa e la logica della Cooperazione: l'esperienza di Integra Onlus

È trascorso più di un anno da quando l’Italia intera è stata protagonista dell’eccezionale afflusso di donne e uomini di ogni età provenienti dai Paesi del Nord Africa. Lo sbarco di migliaia di persone, usate dall’ex dittatore libico come proiettili umani per mettere in crisi l’intero sistema nazionale e comunitario, congiuntamente al conflitto in terra libica, alla morte del Colonnello Gheddafi e all’evoluzione degli assetti politico-sociali nei paesi del Maghreb e in Egitto, hanno generato uno stato di emergenza umanitaria tale
da far parlare le autorità, italiane e internazionali, di una “Emergenza flussi migratori dal Nord Africa” (di seguito ENA).

L’Italia, da sempre ponte fra il Sud-Est e l’Occidente del mondo, ha prontamente reagito alla delicata situazione di emergenza venutasi a creare e, attraverso disposizioni straordinarie previste dal Governo, ha adottando le misure necessarie per pianificare e gestire l’accoglienza dei “nuovi arrivati”. In particolare, l’OPCM n. 3933 del 13 aprile ha affidato al Capo Dipartimento della Protezione Civile l’incarico di Commissario Delegato per la realizzazione di tutti gli interventi necessari a fronteggiare lo stato di emergenza dichiarato con i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 febbraio e 7 aprile 2011 (con il DPCM del 6 ottobre 2011 lo stato di emergenza è stato prorogato al 31 dicembre 2012). È stato predisposto, pertanto, un Piano per la gestione dell’accoglienza dei migranti che ha previsto per ogni Regione diverse fasi di attuazione, in modo da garantire un’equa distribuzione dei migranti sul territorio nazionale.

Meta d’approdo per molti extracomunitari, la Puglia non si è tirata indietro dinanzi all’ENA e, grazie alla sensibilità e alla disponibilità del territorio, delle comunità e del mondo dell’associazionismo, si è adoperata per offrire ai circa 1400 migranti accolti un’opportunità di salvezza e nuove prospettive di vita; contestualmente, sono stati individuati principi e regole orientati a garantire a migranti e operatori dell’accoglienza le migliori condizioni di convivenza (con il Decreto n.10 del 27 luglio 2011 del Commissario Delegato per l’emergenza flussi migratori dal nord africa è stato adottato lo schema di convenzione tra il Soggetto Attuatore Puglia e le strutture private operanti nell’accoglienza dei migranti).

Essenziale è stato il ruolo delle Istituzioni, soprattutto degli Enti Locali, che hanno cercato in ogni modo di essere di supporto per gli ambiti di loro competenza, anche quando la carenza di prassi consolidate non consentiva di trovare punti di riferimento certi nell’interpretazione delle norme (si pensi, ad esempio, ai contrapposti orientamenti espressi dai Comuni in merito alla questione del rilascio di carte d’identità in caso di diniego delle richieste di asilo politico dalla Commissione Territoriale di Bari). Neanche il mondo
dell’associazionismo si è sottratto alle proprie responsabilità e, con un’ammirevole opera di mediazione culturale e di tutela legale, è riuscito a facilitare e ad attutire il delicato impatto iniziale tra migranti e territorio.

Immediato è stato l’interevento di “Integra Onlus”, Associazione per l’integrazione e la condivisione degli immigrati, che ha affrontato l’ENA con dedizione e professionalità, ancor prima di essere riconosciuta formalmente “Ente di tutela” (ciò è avvenuto con decreto n.79 del 21 novembre 2011 del Soggetto Attuatore Puglia, Commissario Delegato OPCM 3933/2011). Nonostante l’ENA abbia comportato non poche difficoltà di gestione per il territorio locale, mettendo a dura prova l’apparato organizzativo delle Istituzioni e degli Organismi preposti all’accoglienza, Integra Onlus, che da 10 anni opera nel campo delle politiche migratorie su tutto il territorio nazionale, si è spesa quotidianamente per fronteggiare l’emergenza rimanendo sempre presente nelle Strutture di accoglienza di Castellaneta (Ta) e Salve (Le). Grazie ad uno staff di giovani Operatori, Avvocati e Mediatori linguistico- culturali, è stato possibile intraprendere un percorso fatto di lettura, insegnamento della lingua italiana, corsi di disegno e laboratori artistici, oltre a servizi di assistenza sanitaria, supporto psicologico e consulenza in ambito legale, con l’intento di agevolare l’integrazione e l’inserimento socio-lavorativo dei migranti. In un clima sereno di condivisione e cooperazione, Integra Onlus si confronta quotidianamente con la fragilità e la vulnerabilità di chi è stato costretto ad abbandonare il proprio passato e rischia di spostarsi verso pericolose derive di insicurezza ed illegalità.

È in virtù di queste considerazioni che sembrerebbe giunto il momento di ridiscutere la natura stessa del fenomeno dell’ENA, trattandosi non più di un’emergenza, quanto piuttosto di un’esigenza quotidiana di accoglienza.

Proprio sul confronto tra l’ormai superata logica dell’emergenza e quella più attuale dell’accoglienza si è fondato il Convegno-dibattito Regionale “Accoglienza ed Emergenza: due logiche a confronto”, svoltosi a Lecce lo scorso 11 giugno e organizzato da Integra Onlus, in collaborazione con il Parlamento della Legalità. L’incontro, fortemente voluto da Klodiana Çuka, Presidente di Integra Onlus, è stata l’occasione per lanciare una riflessione sull’ENA, sulle prospettive e sbocchi futuri nel settore della solidarietà per far sì che questo
nuovo fenomeno migratorio non diventi un meccanismo che “partorisce clandestini”.

Dal tavolo di discussione, grazie ad un confronto partecipato tra Istituzioni, associazionismo e operatori sociali, è emersa l’importanza di “fare rete” con le organizzazioni che si occupano di assistenza e prima accoglienza ai migranti, strumento fondamentale per creare un Paese multiculturale e in grado di offrire una speranza a chi diventa migrante. Pertanto, è apparso necessario affrontare il tema dell’accoglienza dei migranti secondo una prospettiva di integrazione culturale, al fine di coordinare e implementare le sinergie tra Enti locali, Istituzioni e Soggetto Attuatore e creare, così, una società solidale fondata sul principio di sussidiarietà, in grado di dare da qui a sei mesi un’opportunità d’inserimento socio-lavorativo ai migranti.

Soltanto in tale ottica le Istituzioni laiche e religiose, il Soggetto Attuatore, gli Enti di Tutela, le Strutture di accoglienza, l’associazionismo e la comunità tutta, ciascuno per le proprie competenze e specificità, potranno interrogarsi e costruire insieme una risposta partecipata, da sottoporre anche a livello Ministeriale, per mettere a punto strumenti giuridici più efficaci e meglio rispondenti alle esigenze attuali dei richiedenti e dei soggetti attivi a vario titolo coinvolti.

 

Fonte: Ufficio Stampa Integra Onlus