LETTERA APERTA DI INTEGRA ONLUS Accoglienza ed emergenza: due logiche a confronto

Un anno fa, di fronte agli sbarchi di moltissime persone usate dall’ex dittatore libico come proiettili umani con il preciso intento di mettere in crisi il sistema nazionale e comunitario tutto, l’Italia e l’Europa parlarono di “EMERGENZA FLUSSI MIGRATORI DAL NORD AFRICA”.

Ma cos’è una EMERGENZA? “Una circostanza imprevista” di fronte alla quale, nel caso particolare degli sbarchi, gli Stati europei chiudevano le porte, dimostrando soltanto la disponibilità a sostenere l’Italia tramite lo stanziamento di fondi ad hoc per coprire i costi di gestione della crisi.

Sicchè l’Italia – e la Puglia in prima linea – da sempre ponte fra il Sud-Est del mondo e l’Occidente, hanno da subito fatto fronte all’emergenza grazie anche alla sensibilità e disponibilità del territorio, delle comunità e del mondo dell’associazionismo.

In particolare, notevole è stato il contributo delle varie associazioni che, con una difficile opera di mediazione culturale e di tutela legale, hanno facilitato ed attutito il delicato impatto iniziale tra migranti e territorio. Immediato, così, è stato l’intervento di Integra Onlus, ormai da dieci anni presente sul territorio nel sostegno ai migranti non soltanto nei casi eccezionali come quello appena trascorso, ma anche nella quotidianità di vita.

Non di rado le realtà come Integra sono scese in campo prima ancora di ottenere il formale riconoscimento di ENTE DI TUTELA (unico modo per avere diritto anche al rimborso spese per i servizi essenziali erogati) e prima ancora che fossero garantite le condizioni minime di sicurezza sul lavoro mediante completi screening sanitari e profilassi su tutti i campi.

Il mondo dell’associazionismo non si è sottratto alle proprie responsabilità ed ha continuato ad operare in prima linea anche quando – e tuttora non si comprendono le ragioni giuridiche – la Protezione Civile impiegava mesi per emettere il decreto di riconoscimento della qualifica formale di “ENTE DI TUTELA”, pur avendo la Regione Puglia regolarmente approvato il Decreto del Commissario delegato per l’emergenza flussi migratori dal nord africa del 27 luglio 2011, n.10.

Senza trascurare il ruolo essenziale delle Istituzioni, soprattutto degli Enti Locali, che hanno cercato in ogni modo di essere di supporto per gli ambiti di loro competenza, anche quando la carenza di prassi consolidate non consentiva di trovare punti di riferimento certi nell’interpretazione delle norme: si pensi, a titolo meramente esemplificativo, ai contrapposti orientamenti espressi dai Comuni in merito alla questione del rilascio di carte d’identità in caso di diniego delle richieste di asilo politico dalla Commissione Territoriale di Bari, fonte di evidente disparità di trattamento tra soggetti che rivestono il medesimo status giuridico.

Sono tante, dunque, le difficoltà di questi primi mesi dettate in molti casi non solo dai grossi numeri, ma soprattutto dalla fragilità e dalla vulnerabilità dei richiedenti, portatori di un vissuto tremendo che segnerebbe chiunque in maniera traumatica: essere portati via dalla propria terra, abbandonare il proprio lavoro e gli affetti con l’incognita del futuro. se un futuro ci sarà.

Non da ultimo, i tempi burocratici per cui, ad un anno di distanza e nonostante il lavoro encomiabile delle Forze dell’Ordine e delle Commissioni Territoriali, vi sono richiedenti che non hanno ancora sostenuto l’audizione: l’attesa, infatti, rappresenta uno dei fattori di maggiore criticità per i migranti, che  di fatto vivono in una situazione di “stand by”.

Queste considerazioni ci portano a dire che è giunto il momento di ridiscutere la stessa natura e denominazione del fenomeno: se è vero che nomina sunt consequentia rerum, appare opportuno che il Soggetto Attuatore, insieme a tutte le realtà che con il loro impegno e lavoro rendono possibile l’equilibrio – seppure spesso precario- ed insieme alle Istituzioni, prime fra tutte la Regione, si fermi un attimo e valuti questa fase, che di fatto è nuova rispetto a quella precedente, proiettandosi nell’ottica dell’ACCOGLIENZA piuttosto che dell’EMERGENZA.

Riteniamo necessario, ma non sufficiente, affrontare il tema dell’inserimento lavorativo sul quale è stato inaugurato il confronto tra le parti; riteniamo lodevoli le iniziative quali la distribuzione di bici per favorire la mobilità dei richiedenti e la loro integrazione nel tessuto sociale.

Ma la logica dell’accoglienza ci chiede molto di più.

Siamo certi che le Istituzioni laiche e religiose, il Soggetto Attuatore, gli Enti di Tutela, le Strutture di accoglienza, l’associazionismo e la comunità, ciascuno per le proprie competenze e specificità, sapranno interrogarsi e costruire insieme una risposta partecipata da sottoporre anche a livello Ministeriale, per mettere a punto strumenti giuridici più efficaci e meglio rispondenti alle esigenze attuali dei richiedenti e dei soggetti attivi a vario titolo coinvolti.

Il lavoro fin qui svolto dalla Associazioni e da Integra Onlus, in particolare, è il frutto della dedizione, dell’amore verso il prossimo, verso i più deboli, nella consapevolezza di continuare ad operare come ha sempre fatto Integra che, grazie ai suoi operatori, professionisti nella mediazione e persone dedite all’accoglienza, oggi prosegue sul proprio cammino nonostante le difficoltà, le insidie, i contrasti cui ogni giorno deve far fronte.

L’Associazione Integra è una realtà trasversale e libera da ogni schema politico e da ogni logica “politichese”, riconosciuta come riferimento per l’intero settore. Nella consapevolezza che l’ emergenza Nord Africa ha comportato non poche difficoltà di gestione per il territorio e ha messo a dura prova l’apparato organizzativo delle Istituzioni e degli Organismi preposti all’accoglienza, Integra si è spesa quotidianamente per fronteggiare l’emergenza, rimanendo sempre presente sia nel centro di Manduria che negli altri centri allestiti nel Sud d’Italia. Se davvero la volontà è quella di costruire una nuova Italia libera dai clientelismi deve ben comprendere quanto sia importante gestire al meglio l’emergenza immigrazione. La vera Italia passa da uno sviluppo multiculturale, secondo un modello di democrazia trasversale, libero dai compromessi.

La Puglia è da sempre una meravigliosa terra di solidarietà e accoglienza e saprà avere- anche in questo tempo di crisi- un occhio attento alla tutela della persona ed alla dignità umana, evitando ogni fenomeno che possa favorire pericolose derive di insicurezza ed illegalità, nelle quali spesso sfocia la disperazione dei soggetti più vulnerabili.

Proprio riflettendo sulle tappe del percorso che ha portato l’ emergenza a diventare esigenza quotidiana di accoglienza, Integra onlus il prossimo 11 Giugno, alle ore 10,30, presso il Monastero delle Benedettine a Lecce, organizza un convegno-dibattito  sul tema dell’accoglienza improntato sui valori della serietà, della sobrietà, dello spirito di partecipazione attiva, della trasparenza e dell’ etica. Cioè i valori  che contraddistinguono da sempre il lavoro dell’Associazione.

Lo scopo dell’evento è quello di lanciare una riflessione sull’emergenza Nord africa e non solo, di parlare delle prospettive e  degli sbocchi futuri nel settore della solidarietà e dell’aiuto al prossimo,  affinchè questo nuovo fenomeno migratorio non diventi un meccanismo che “partorisce clandestini”.

Attraverso il tavolo di discussione, si intende sollecitare l’attenzione delle Istituzioni, affinchè rispondano alle esigenze del settore con puntualità e immediatezza.

 

Klodiana Cuka

Presidente Integra Onlus