Lettera aperta su situazione richiedenti asilo politico.

La Presidente di Integra Onlus Klodiana Cuka ha indirizzato al Ministro dell’Interno Angelino Alfano, al Ministro Della Salute Beatrice Lorenzin, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Enrico Giovannini, al Ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge, al Ministro delle Riforme Costituzionali Gaetano Quagliarello, al Presidente del Senato Pietro Grasso, al Presidente della Camera Laura Boldrini una lettera aperta in merito alla situazione di alcuni richiedenti asilo politico ospiti presso al struttura di Cavallino.

“Il 1° giugno 2013 Integra Onlus veniva a conoscenza di una situazione incresciosa che riguardava un gruppo di più di 35 richiedenti asilo per i quali non vi era spazio “temporaneamente” all’interno dei CARA, sicchè erano stati lasciati ormai da parecchi giorni sotto la coperta del cielo ad attendere le varie tappe dell’iter amministrativo di esame delle domande di asilo politico.

Al coinvolgimento degli operatori mediatici e dei mezzi di comunicazione, che accesero i riflettori, seguiva l’immediata mobilitazione delle Istituzioni preposte per l’individuazione di una soluzione tampone di assegnazione provvisoria dei richiedenti a strutture presenti nel territorio leccese in attesa dei posti liberi nei CARA che, come riferisce la stampa nazionale e internazionale, continuano a scoppiare giorno dopo giorno a causa del numero elevatissimo di migranti che approdano sulle nostre coste.

Oggi, 25 giugno 2013, ci tocca interessare nuovamente i mezzi di comunicazione per la risoluzione di problematiche che dovrebbero trovare risposte altrove: in primo luogo nessuno screening sanitario per i richiedenti -alcuni dei quali presenti ormai da mesi nella comunità pugliese- neanche per le malattie infettive.

E ancora. Difficoltà enormi per inserire i richiedenti nel progetto Re.LA.R, che consentirebbe loro di fare un percorso di autentica integrazione, nonché garantirebbe un uso più lungimirante, efficace ed efficiente delle risorse economiche e umane stanziate per questa progettualità.

Ci chiediamo perché si continua ad affrontare la tematica migratoria in maniera emergenziale, nonostante -almeno con riferimento agli ultimi 20 anni – l’immigrazione è diventata fenomeno strutturale.

Ci chiediamo che senso ha mettere a punto a livello comunitario e ministeriale progettualità come RE.LA.R., che implicano comunque un uso di risorse economiche pubbliche (si fa notare che anche nel caso in cui neanche un utente dovesse poi beneficiarne, restano i costi della macchina amministrativa per mettere in cantiere le progettualità!), se poi i progetti non possono essere attuati perché la macchina burocratica si blocca e mette in luce tutte le criticità e i limiti di prassi amministrative lontane dai reali bisogni delle persone.

Ci chiediamo che senso ha riscontrare che anche procedure minime di profilassi e prevenzione medica, a distanza di anni, sembrano cose sconosciute a molti operatori sociosanitari e perché i protocolli siglati fra le Istituzioni non vengono portati per tempo a conoscenza degli operatori che poi concretamente devono dare le risposte alle istanze.

Ci chiediamo perché gli operatori che lavorano nel sociale in settori delicati come quello dell’immigrazione, svolgendo un’operazione delicatissima di contenimento sociale, in un’ottica di collaborazione con le Istituzioni e valorizzazione del principio comunitario di solidarietà orizzontale, devono lottare strenuamente anche per ottenere semplici garanzie come quelle sanitarie, nel rispetto dell’art. 32 della Costituzione che tutela il diritto alla salute inteso non solo come diritto soggettivo del singolo, ma anche come interesse della collettività.

Ci chiediamo perché non ci si mette ad elaborare una politica migratoria seria, visto che di anni ne sono passati, le esperienze sono tante e tanti altri Stati nel Mondo possono insegnarci qualcosa nell’individuazione delle risposte, smettendo di usare male i tanti soldi pubblici che appartengono a tutti i cittadini e disincentivando con le buone prassi e le buone leggi fenomeni di illegalità nell’ambito migratorio.

Ci chiediamo il perché. noi di Integra, come tante altre realtà presenti in Italia, siamo quotidianamente in frontiera e oggi 25 giugno 2013 ci ritroviamo a lanciare un ulteriore appello – che suona ormai come il solito e stanco ritornello e che costringe ad attivare meccanismi poco istituzionali – alle Istituzioni competenti, perché le soluzioni ci sono, ma sembra proprio che si preferisca non adottarle sull’onda della logica emergenziale. che rischia, prima o poi, di travolgere tutti! Istituzioni nazionali e comunitarie incluse!”

Klodiana Cuka

Presidente Integra Onlus