L’INVASIONE DELL’UCRAINA METTE A RISCHIO LA PACE MONDIALE

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È accaduto di nuovo che la diplomazia non sia riuscita ad evitare una nuova guerra alle porte dell’Europa, come nella ex Jugoslavia negli anni90. Un conflitto esploso con l’invasione di truppe russe in uno Stato sovrano come l’Ucraina, dopo che nel 2014 si erano create le premesse di questo scontro su larga scala, con l’autoproclamazione delle due Repubbliche filo russe del Dombass, con l’annessione della stessa Crimea. Un autorevole commentatore come Emergency ha acutamente osservato: “Sembrava impossibile che questa decisione prendesse il sopravvento, dopo che solo pochi mesi fa, il conflitto afgano aveva dimostrato il fallimento totale della guerra e dopo due anni di emergenza sanitaria, che hanno stravolto le vite di tutti noi”. Il Santo Padre ha voluto denunciare subito la gravità della situazione, recandosi dall’ambasciatore russo come “Messaggero di Pace”, non solo di tutti i cristiani, ma anche degli uomini di buona volontà, che debbono sempre e fino all’ultimo ricercare soluzioni diplomatiche, senza ricorrere alla cieca violenza della guerra, che colpisce, oggi più che mai, i soggetti più fragili, donne e bambini in fuga dalla loro patria. Il Papa subito ha ribadito: “tacciono le armi e si aprano i corridoi umanitari! Dio sta con gli operatori di Pace, non con chi usa la violenza!” La stessa “Tavola della pace” ha invocato il negoziato ad oltranza, sostenuta dalle tanti manifestazioni, in tutto il mondo, che chiedono la cessazione delle armi, per tornare al confronto pacifico, dando subito sostegno umanitario a migliaia di profughi ucraini, che si vanno riversando nei confini dell’Unione Europea, dalla Polonia alla Romania, verso il cuore stesso del nostro vecchio continente. Quindi è tempo di agire da parte dell’UE e dei singoli Paesi come l’Italia, per approntare piani straordinari di accoglienza ed integrazione di questa vera e propria “Diaspora Ucraina” Le incertezze, le reticenze ed i ritardi del passato, anche recente di un’Europa divisa e presa in ostaggio dal fronte sovranista, vanno superate di slancio, per aprire una nuova politica migratoria. La rotta mediterranea ed altresì quella balcanica rischiano di essere state solo la prova generale, di un esodo epocale dalla frontiera orientale, specie se il conflitto dovesse avere sviluppi imprevedibili ed a lunga scadenza, come quello siriano ed afgano. Quindi una tregua risulta essenziale, per evitare un’”escalation” pericolosa del conflitto e per questo la voce di tutto il mondo del volontariato, come Integra Onlus Aps, deve far sentire forte la sua voce di pacificazione, rendendosi subito disponibile a collaborare per tutta la fase umanitaria. Subito la raccolta fondi, con la Croce Rossa, UNHCR, Unicef e Caritas. Qui in Italia, ma anche nel cuore del Balcani, come ponte d’azione e di assistenza dei tanti profughi in fuga, donne ed ancor di più minori, già traumatizzati dal conflitto strisciante da anni. L’Unione Europea vari subito programmi straordinari, non solo per l’intervento immediato, ma anche a medio termine, per una serie di progetti mirati a tutte queste figure fragili, in fuga dal conflitto, con un piano di redistribuzione in tutti i Paesi aderenti. Ora la storia si è incaricata di presentare il conto anche ai Paesi, più chiusi alla storica accoglienza dei migranti, come la Polonia, l’Ungheria e la Romania. Alle loro frontiere si stanno riversando i profughi ucraini e ora   non potranno certamente alzare il muro del cinismo e dell’indifferenza, come hanno fatto con i migranti provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente. “Fare un passo indietro, per fare un passo avanti sulla via della pace. Con la guerra tutto è perduto con la pace tutto è possibile“. Madre Teresa di Calcutta, Premio Nobel per la Pace, per la tutta la sua vita ha predicato la convivenza pacifica, tra Paesi, Popoli e Religioni diverse: Prima di reagire pensa, prima di criticare aspetta, prima di pregare perdona, prima di pretendere dona, prima di arrenderti provaci. 

Klodiana Cuka, Presidente Integra Onlus Aps