Integra promuove o aderisce a campagne di sensibilizzazione:
Firma l’Appello per il riconoscimento del Mediatore interculturale!

Si tratta si una campagna di sensibilizzazione nazionale per il riconoscimento della figura professionale; L’Associazione, da sempre impegnata nel processo di empowerment dei migranti, è promotrice dell’Appello per il riconoscimento del Mediatore Interculturale per sottolineare come il Mediatore rappresenti non solo un ponte tra due o più culture, quella dei migranti e quella del Paese ospitante, ma sia anche un agente di sviluppo impegnato a spingere in avanti la società odierna attraverso la costruzione di un rapporto di inter-azione tra i diversi attori. Attualmente la campagna di sensibilizzazione sul nostro sito www.associazioneintegra.eu ha raccolto più di 700 firme. L’inter-Azione evidenzia come il processo di integrazione degli stranieri possa avvenire senza imporre necessariamente l’omologazione ai modelli del Paese di accoglienza e la perdita delle proprie radici. Integra onlus, attraverso questa proposta, intende sollecitare l’iter legislativo presso il Parlamento italiano per far sì che, quella che ad oggi è soltanto una proposta, diventi il prima possibile una legge, al fine di attribuire al Mediatore Interculturale una precisa collocazione nel CCNL (Contratto Collettivo Nazionale Lavoro) e riconoscere a tale figura professionale parametri uniformi nazionali di formazione, impiego e retribuzione.

– Lettera aperta

 

Al Presidente della Camera dei Deputati, Onorevole Gianfranco Fini
Al Presidente del Senato della Repubblica Italiana, Onorevole Renato Schifani
All’On. Aldo Di Biagio e Firmatari della Proposta di legge n. 2138
All’On Jean Leonard Touadi e Firmatari della proposta di legge n. 2185

Egregi,
la consistente e variegata presenza di stranieri, in particolare extracomunitari, ha creato, nel nostro Paese, problematiche e bisogni nuovi, sottoponendo le strutture sociali, politiche ed economiche, nonché le abitudini
culturali e gli stili di vita a forti spinte di trasformazione ed evidenziando la necessità di sviluppare nuove competenze, in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini stranieri, favorendone l’integrazione.


Per tale motivo e poiché il movimento dei flussi migratori rappresenta un elemento peculiare della nostra contemporaneità, occorre prepararsi per affrontare e per governare i cambiamenti dell’assetto sociale e della stessa fisionomia identitaria del nostro Paese, abbandonando l’idea di un’immigrazione temporanea, legata alle sole esigenze dei cicli produttivi, in favore di uno scenario plurilingue, multietnico e multiculturale.
Da tempo in Italia la mediazione interculturale è considerata una risorsa strategica per una piena integrazione dei migranti. Al momento, tuttavia, manca una riflessione strutturata sulla mediazione, pur emergendo da più
parti la necessità di una politica organica supportata da una normativa legislativa.


Il testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, ha riconosciuto, per la prima volta, la figura del « mediatore interculturale ».


Tuttavia, tale riconoscimento non comporta ancora una definizione univoca di questa nuova figura professionale su tutto il territorio nazionale, sotto il profilo del ruolo, delle funzioni, delle competenze professionali, dei percorsi
formativi, della relativa certificazione e del suo riconoscimento legale, così come manca un’individuazione degli ambiti lavorativi e d’impiego in cui essa si esplica e la sua presenza tra i profili collocati nel CCNL-Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.


Ad oggi, alla Camera ci sono due proposte di legge sulla mediazione interculturale presentate entrambe a febbraio 2009: una il 2 febbraio n. 2138 presentata dall’ On. Di Biagio, a cui ho dato il mio personale contributo in qualità di coordinatrice per il Sindacato Mediatori Culturali del SeiUGL, e l’altra n. 2185 del 10 febbraio 2009 presentata dall’ On. Touadì. Tali proposte di Legge, però, si sono arenate da un anno nella Commissione Affari Sociali.
L’approvazione del nuovo documento CNEL “Mediazione e mediatori culturali: indicazioni operative CNEL ONC – Organismo nazionale di coordinamento per le politiche di integrazione sociale degli stranieri, gruppo di lavoro sulla mediazione culturale del 29 ottobre 2009?, mette però tecnicamente in crisi le proposte di legge attuali.


Si tratta, tuttavia, di testi che andrebbero assemblati in un’unica proposta sulla base delle indicazioni definite dal documento Cnel e dagli atti del tavolo Interistituzionale indetto dal Ministero dell’Interno, presentati a dicembre 2009 presso il Cnel. L’approvazione di tali disposizioni permetterebbero di affrontare in modo serio e organico una tematica così delicata e importante per il nostro Paese, migliorando sensibilmente le condizioni dei mediatori interculturali i quali, allo stato attuale, sono impiegati nella pubblica amministrazione e nel settore privato, senza avere alcun riconoscimento di figura professionale, in una situazione di assoluta precarietà. Inoltre, una Legge puntuale e precisa sulla figura del mediatore consentirebbe a migliaia di professionisti immigrati, ma anche a migliaia di giovani italiani laureati che studiano Scienze Sociali con specializzazione in Mediazione interculturale, di concretizzare un sogno e dare vita a tante speranze, oltre che dare dignità professionale e lavorativa.


Se è vero come è vero che la figura del mediatore interculturale sia una delle più richieste e urgenti degli ultimi anni, impegnato come è nel settore giudiziario, nelle strutture assistenziali pubbliche e private, nella scuola,
nella pubblica amministrazione, nel settore socio-sanitario, nel settore della pubblica sicurezza, nelle aziende private, dimostrandosi con evidenza una delle professionalità più idonee per fornire delle risposte alle esigenze di integrazione in una società, come quella attuale sempre più multietnica e interculturale, ne consegue sia ineludibile rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il riconoscimento.


Da Presidente di un’Associazione che fin dalla nascita, operando sia sul territorio pugliese che su quello italiano, è nata da un gruppo di mediatori ed ha concentrato la propria attività sulla mediazione linguistico culturale e
l’inserimento lavorativo dei mediatori interculturali, e anche da mediatrice che ha conseguito la propria formazione all’inizio degli anni 2000, sono impegnata da anni sul tema della mediazione, tanto da contribuire anche ai contenuti della proposta di legge Di Biagio.


Alla luce di tali riflessioni, ritengo pertanto necessaria ed improrogabile un’azione di sensibilizzazione finalizzata a raggiungere in tempi brevi l’obiettivo del riconoscimento della figura del mediatore interculturale, con la certezza di avere al mio fianco tanti giovani e tanti professionisti che sostengono insieme a me una simile battaglia di civiltà e amore per il prossimo.


Per tali motivi l’Associazione Integra Onlus, insieme con MNC – Movimento Nazionale Nuovi Cittadini e l’Associazione Democrazia e Liberta e altre Associzioni, proporrà un Appello popolare a seguito di una raccolta firme che coinvolgerà tutta l’Italia e tutti i cittadini e le cittadine che dal 10 dicembre 2010 potranno, come noi, dire la loro e manifestare il proprio “Sì” per il riconoscimento nel nostro Paese di un ruolo così delicato e importante sotto il profilo professionale, sociale e culturale.


Fiduciosi in un riscontro positivo, si porgono i più cordiali saluti.
Il Presidente
Dr.ssa Klodiana Çuka

 

Data: 21/11/2014