Integra onlus ricorda le vittime del mare

vittime del mare

La sera del Venerdì santo del 1997, una piccola imbarcazione albanese stracarica di profughi, la Kater I Rades, viene speronata da una corvetta della Marina militare vittime del mareitaliana al largo delle coste pugliesi. È uno dei più gravi naufragi della storia recente del Mediterraneo: muoiono 81 persone, in gran parte donne e bambini. Molti corpi non verranno mai recuperati, i sopravvissuti sono solo 34.
A 17 anni da quel tragico venerdì Santo, Integra Onlus, ricorda le vittime della Kater I Rades deponendo in mare una corona di fiori.
Questa mattina, alle ore 10.00, una motovedetta della Guardia Costiera di Otranto ha preso il largo con a bordo la Presidente di Integra Onlus Klodiana Cuka, il Sindaco di Otranto Luciano Cariddi, il Comandante della Polizia municipale Vito Alberto Spedicato e il Com. della Capitaneria di Porto di Otranto Gian Marco Miriello.
Al largo del canale di Otranto, teatro della sciagura che vide la Kater colare a picco con il suo carico umano di donne e bambini dopo la collisione con la nave Militare Sibilla, sono stati lanciati in mare dei fiori e osservato un minuto di silenzio. Un gesto simbolico dedicato a tutte le vittime migranti del mare e anche a chi, durante lo svolgimento del proprio dovere, in occasione degli sbarchi e delle tragedie nel mare, ha perso la vita.
“Un momento questo che dedichiamo con molto piacere al ricordo delle vittime della Kater nella circostanza dell’anniversario dell’affondamento”, dichiara il Sindaco Cariddi. “Ma è anche un momento di riflessione verso tutte le vittime del mare legato soprattutto al problema dell’emigrazione, popoli interi che fuggono dai loro Paesi perché costretti in quanto vivono in situazioni di guerra e di crisi, spinti quindi sulle nostre coste a cercare una nuova speranza di vita. La nostra Comunità rimane da sempre colpita nella propria intimità, da queste vicende che sono collettive, ma anche storie di singole persone, di famiglie, di donne, uomini e bambini che affrontano viaggi drammatici pur di poter continuare ad alimentare il sogno di una vita diversa, di una vita migliore”.
“Otranto continuerà sempre a rappresentare quell’approdo naturale, quell’abbraccio e quel primo momento di assistenza e solidarietà che riteniamo sia dovuta ad ogni essere umano. Questi popoli, pertanto, resteranno nella nostra memoria come cari amici che abbiamo accolto”, conclude.

 

Fonte: comune.otranto.le.it

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