Otranto ha celebrato la Festa dei suoi Santi Martiri il 13 agosto

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Il 13 agosto 1480 è una data che nonostante il passare dei secoli non si può dimenticare. Per più di due settimane la città di Otranto fu posta sotto assedio dall’esercito ottomano e cercò di far fronte alla violenta aggressione dei turchi. Dopo la resa furono 800 gli otrantini decapitati dai turchi per essersi rifiutati di rinnegare la fede cristiana.

Anche in questo 2020 la via Lungomare Eroi il 13 agosto si è accesa di luce per la Festa dei Martiri, seppure  con festeggiamenti ridimensionati rispetto agli anni passati per via dell’emergenza da Covid-19, ma come di consueto alla presenza di autorità civili, militari e religiose.
Il Sindaco Pierpaolo Cariddi ha salutato i presenti e ha letto il suo intervento, che fa scoprire soprattutto ai turisti una delle pagine più importanti della storia non solo del popolo Otrantino, ma di tutto il popolo italiano:

“Eccellenza Reverendissima, Autorità religiose, civili e militari, Concittadini, graditi Ospiti.
Porgo a voi tutti un caro saluto a nome della Città che oggi si riunisce, come ogni 13 agosto, nel ricordo degli Eroi e dei Santi Martiri, che nel 1480 opposero resistenza all’invasore turco. – ha espresso nel suo discorso inaugurale il Sindaco Cariddi – Nonostante le difficoltà causate dall’emergenza che viviamo in questo momento, e nel rispetto delle regole poste per evitare il diffondersi del contagio, abbiamo voluto fortemente preservare questo incontro che dedichiamo alla Memoria. Non potevamo assolutamente rinunciare a questo appuntamento.
Non volevamo si interrompesse quel filo narrativo portato avanti, anno dopo anno, da tante generazioni di otrantini, che ha permesso a quei tragici avvenimenti di radicarsi in una memoria collettiva che, sovrapponendosi a quella individuale di ognuno di noi, è diventata nel tempo memoria condivisa da tutti.

Un momento, questo che viviamo insieme, che negli anni ci ha regalato anche un prezioso arricchimento della conoscenza storica degli eventi di fine ‘400, ma che trova il suo vero senso nell’atto di Testimonianza del fatto immenso e straordinario qui accaduto. Testimonianza di una storia tragica che già nella percezione dei pochi sopravvissuti dell’epoca aveva fatto comprende l’intensità di quelle Gesta.
E’ così che si formò quel primo nucleo di memoria che, pian piano, è diventato consapevolezza, orgoglio di appartenenza, identità, e, perché no, anche epopea. Non è tanto la cronaca storica di quegli eventi, ampiamente approfondita, che ci consente oggi di comprendere nel profondo la dimensione di quel gesto straordinario compiuto da umili uomini, ma è soprattutto il ricordo tramandato di quegli eventi che ha la capacità di riportarci al sentire dei nostri Santi Martiri, fieri e mai rassegnati, davanti al ceppo e alle scimitarre turche.”

Simbolo della città di Otranto e della resistenza contro i turchi uno stupendo Monumento che tra due anni festeggerà i suoi primi 100 anni. “A loro memoria, più di cento anni fa, Otranto ha voluto erigere questo monumento, identificando questa piazza, affacciata sul mare, quale luogo civico del ricordo, in dialogo costante con la nostra Cattedrale, che resta il luogo religioso del Culto dei Santi Martiri – ha continuato il Sindaco di Otranto –
Oggi è un altro 13 agosto speciale, come quel 13 agosto del 1911, quando fu posta la prima pietra del monumento.
Con un lavoro, egregiamente eseguito dalla ditta Colaci, siamo riusciti a restaurarlo, riportandolo alla sua bellezza originaria che il tempo aveva ormai compromesso.
Realizzato dall’artista Antonio Bortone, fu inaugurato nel dicembre del 1922 alla presenza del principe ereditario Umberto di Savoia.
Purtroppo l’ossidazione aveva cancellato e reso illeggibili i tanti particolari che decorano il mantello e la corona, come la Torre del Serpente, simbolo della nostra Otranto, le realistiche scene della battaglia per la presa della città, dell’eccidio dei Santi Martiri, di Antonio Primaldo ancora in piedi.
Oggi quest’opera d’arte riappare per farsi ammirare in tutto il suo valore artistico e simbolico.
Tutto ciò lo dobbiamo, in particolar modo, ad un nostro concittadino che ha finanziato gran parte del restauro, Umberto De Matteis, scomparso di recente, discreto e generoso benefattore della città, che da noi interessato ha subito aderito all’iniziativa con grande entusiasmo. Non ha potuto, purtroppo, ammirare l’opera finita ma a lui va il nostro ringraziamento e il nostro pensiero in questa giornata di solenne ricordo dei Santi Martiri.”

Dopo l’intervento del Sindaco una interessantissima relazione ufficiale del professore di filosofia Stefano Marra, componente del consiglio pastorale dell’arcidiocesi di Otranto. Lucidissima e precisa presentazione storica, frutto di un’approfondita ricerca, grazie al ritrovamento di vari documenti papali intorno al 1480 poco noti e scoperti dall’oratore anche in biblioteche austriache e tedesche, che proietta luce su tutta la cronologia degli avvenimenti accaduti sin dall’arrivo dei turchi a Otranto e nei successivi anni, contestualizzando il tutto in un preciso panorama storico religioso dell’epoca. La ricerca sarà consegnata sia al Comune che alla Diocesi.

Otranto e la sua storia ha scritto con il sangue una indimenticabile pagina che racconta la lotta e la resistenza per la vita, per la libertà e per Dio, influenzando profondamente i futuri avvenimenti della resistenza contro i turchi, per tutta l’Italia, l’Occidente e anche il mondo Bizantino. Dopo la morte di Giorgio Castriota Skanderbeg, eroe nazionale dell’Albania,  i turchi avanzarono spietati con piani precisi di penetrare nella penisola italiana per sottomettere Roma e cancellare la religione cattolica. Ma gli 813 Martiri, accettarono di essere decapitati, rifiutando di convertirsi all’Islam, sorprendendo i turchi e sconvolgendo i loro piani.Otranto ed i suoi Martiri Santi insegnano tanto anche oggi e restano un faro di luce per tutto l’Occidente ed il Mediterraneo, così come la bella Idruntina della Statua che guarda fiera il mare d’Oriente e l’Albania.

 

Fonte: thedailycases.com