La Kater I Rades arriva ad Otranto

La nave, emblema degli sbarchi albanesi in Italia, verrà recuperata e diverrà un’opera d’artista. “Un grande traguardo per chi tanto si è battuto perché un sogno diventasse realtà, ma soprattutto per il Salento intero” afferma Klodiana Cuka

 

“Un sogno nato nella calura di agosto che oggi diventa realtà”. Queste le parole con cui Klodiana Cuka, presidente Integra onlus, commenta l’ arrivo della Kater I Rades nel  porto di Otranto, dove sarà affidata alle cure  dell’artista greco, Costantino Varotsos e di altri giovani artisti provenienti da diversi Paesi del Mediterraneo, selezionati lo scorso ottobre in occasione della Biennale Giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo a Salonicco.

Potrà, così, essere realizzato il monumento che prenderà il nome di Approdo – opera all’umanità migrante, affidato a Costantino Varotsos, abile scultore specializzato soprattutto nel lavorare il vetro.
Gli altri artisti coinvolti (tra cui due albanesi dei “scafisti scafati” residenti in Italia) lavoreranno sul rapporto tra produzione artistica e comunità locale con l’obiettivo di promuovere la partecipazione attiva dei cittadini al processo creativo e alla condivisione dei contenuti.

I materiali prodotti nell’ambito del workshop daranno vita ad un percorso espositivo, un itinerario di ricerca e di scoperta ambientato in sette spazi pubblici della città di Otranto. Il loro compito sarà quello di creare una sorta di ponte tra l’opera principale e la comunità locale.

Klodiana Cuka ricorda che la Kater I Rades era destinata alla rottamazione e sulla vicenda sarebbe calato il silenzio – forse l’oblio – su un triste evento della nostra storia. E’ così intervenuta l’associazione Integra, nella figura della sua presidente che qualche tempo fa su una nota emittente televisiva, ha espresso tempestivamente il desiderio di occuparsi personalmente del recupero del relitto. E’ stata così avviata la procedura di recupero, raccogliendo, tra le altre cose, l’appello dell’avv. Francesca Conte, legale delle famiglie delle vittime. La Presidente Cuka ha inviato una lettera indirizzata al giudice responsabile del procedimento relativo all’abbattimento del relitto, e al Sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, che subito, dimostrando grande sensibilità, ha comunicato la disponibilità ad accogliere la nave, adoperandosi perché la procedura di abbattimento non avesse luogo.

“Da quel momento in tanti sono stati ad attivarsi per fare della nave che fu la tomba per tanti cittadini albanesi, un simbolo di umanità e solidarietà – afferma la presidente Integra onlus – Penso al progetto culturale che, insieme ad altri partner coinvolti, sta portando avanti con perizia e attenzione l’Istituto di Culture Mediterranee della provincia di Lecce, nella persona del direttore, Luigi De Luca. Oggi la Kater I Rades viene affidata alla cura dell’arte, arte che è per antonomasia amore e dedizione verso ciò che merita di essere esaltato nel ricordo. Il progetto di recupero dimostra quanto il Salento non dimentichi i momenti più importanti, anche se tragici, della sua storia. E’ intenzione di Integra onlus coinvolgere in queste attività le famiglie di quei fratelli che trovarono la morte nelle acque di Otranto, affinchè possano comprendere quanto la storia dell’Italia sia legata a doppio filo con la loro terra, un filo di rispetto e solidarietà”.

“Occorre comprendere davvero il senso di tanti sforzi per recuperare la Kater I Rades – conclude Klodiana Cuka – sforzi che non hanno una paternità se non quella dello spirito di servizio per il territorio e della volontà di non dimenticare”.

L’Ufficio stampa